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Occhio non vede DOAC non duole?


Una delle cause più frequenti di perdita della vista nel paziente anziano è l’occlusione delle vene retiniche.

Si può occludere una branca venosa o la vena centrale della retina.

Se l’occlusione non è molto estesa la prognosi è buona e ci può essere un recupero della vista nella metà dei casi.

Nel 30% dei casi la trombosi coinvolge un territorio molto ampio e compare ischemia retinica, con una prognosi nettamente più sfavorevole sul recupero dell’acuità visiva.


Le cause prevalenti sono l’ipertensione arteriosa, il glaucoma, il diabete mellito e l’iperlipidemia. Trombofilia, sindromi da iperviscosità e vasculiti ( da farmaci o parainfettive) rappresentano cause minori.

Il principale fattore che causa il rallentamento del flusso venoso è la compressione delle vena retinica da parte dell’arteria centrale delle retina, su base aterosclerotica. Vena e arteria, infatti, presentano un’unica avventizia.

La prevalenza varia da 1 a 5 su 1000 adulti, e il quadro clinico tipico è caratterizzato dalla perdita indolore della vista senza altri segni neurologici.


Nel paziente con età superiore a 50 anni, valuteremo il rischio cardiovascolare per correggere ipertensione, dislipidemia o diabete secondo le linee guida internazionali.

Nel paziente con età inferiore a 50 anni andrà esclusa la trombofilia (soprattutto in caso di occlusione bilaterale o storia personale o familiare di TEV) e forme di vasculite secondarie (sarcoidosi, sifilide, tubercolosi)


Non è disponibile alcun farmaco totalmente efficace né per la prevenzione né per il trattamento o dell'occlusione venosa retinica centrale.

Nei pazienti con occlusione venosa retinica, aumenta il fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF) con conseguente edema e sviluppo di nuovi vasi (neo-vascolarizzazione) che sono inclini al sanguinamento.

Il trattamento in questi casi prevede iniezioni intravitreali di un farmaco anti-VEGF per prevenire le complicanze locali, ed esistono anche alcune opzioni chirurgiche.


La terapia anticoagulante ed antiaggregante è stata proposta in alcuni trial.

Dalla metanalisi degli studi in merito, sembra emergere come, nonostante prove limitate, può essere preso in considerazione l'uso di EBPM in pazienti selezionati con recente insorgenza di sintomi (cioè meno di 15 giorni), così come l'uso di aspirina per il trattamento a lungo termine di pazienti con occlusione venosa retinica e concomitanti fattori di rischio cardiovascolare.

Una revisione sistematica e una meta-analisi di tre studi randomizzati controllati che confrontavano EBPM con aspirina in un totale di 229 pazienti con occlusione acuta della vena retinica hanno mostrato che i pazienti trattati con eparina avevano un miglioramento dell'acuità visiva e un rischio significativamente più basso di sviluppare qualsiasi esito oculare avverso.

Ci sono anche alcune prove che suggeriscono un possibile ruolo degli agenti anti-piastrinici nel prevenire il ripetersi dell'occlusione venosa retinica.

Nessuno studio ha esplorato l'uso dei DOAC per il trattamento dell'occlusione venosa retinica.



Blair K, Czyz CN. Central Retinal Vein Occlusion. [Updated 2022 Jan 31]. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK525985/

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